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I CONFINI DI BABELE: ESPLORARE IL CERVELLO CON LE LINGUE IMPOSSIBILI

Andrea Moro

giovedì 18 marzo, online

Una delle maggiori scoperte della linguistica contemporanea è che le lingue non possono variare indefinitamente: ogni grammatica deve sottostare a un insieme ristretto di principi generali che ammettono solo alcuni gradi di libertà. Questo sistema è così complesso che l’uniformità soggiacente a tutte le lingue è sfuggita all’osservazione per secoli. Solo le grammatiche formali sono state in grado di giungere a questa scoperta negli ultimi cinquant’anni di ricerche. L’esistenza di questi limiti di variazione tra le lingue pone un quesito semplice, vale a dire se si tratti di una convenzione arbitraria di natura culturale o sia il prodotto di un programma biologicamente determinato. L’esplorazione del funzionamento del cervello in vivo ha fornito una risposta chiara. Verificando l’acquisizione di grammatiche artificiali che violano i principi generali comuni a tutte le lingue è stato infatti possibile fornire una spiegazione di tipo neurobiologico sull’esistenza di “lingue impossibili”, suggerendo che “i confini di Babele” non solo esistono ma sono inscritti nella nostra carne.

Andrea Moro

Neurolinguista e scrittore, Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia.

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